Ceccio e Benny, il nostro Blog

Sabato 16 Maggio

Aosta, Roma

Aosta, Roma

 

15° Giorno di Viaggio: Sabato 16 Maggio 2009

  

Tappa: Aosta Roma

Km.Giornalieri: 739,5

Pieni effettuati: 3

Consumo medio: 16 km/l

 

 

 

 

 

Ultimo giorno di viaggio, con contestuale rimpatrio nella nostra città natale.

I km sembrano non finire mai, il tempo si raddoppia, siamo stanchi delle tantissime ore passate in moto, e davvero non vediamo l’ora di parcheggiare la fida mucca e prendere quella quattro ruote tanto odiata nel traffico cittadino.

Il viaggio procede abbastanza bene, con due soli inconvenienti: il primo, sull’aurelia, in area di servizio, a circa 200km da Roma. Dopo la sosta pranzo, per tirare giù la moto dal cavalletto mi sbilancio e bum, per terra, incazzato come una iena, ma pazienza, la mucca non ha riportato nessuna danno di rilievo.

Il secondo sempre per colpa mia, e della stanchezza, che dopo 6300km e due settimane di moto inizia a farsi sentire prepotentemente.

Ero quasi all’imbocco della Roma Civitavecchia, quegli ultimi km che ti allungano il viaggio e sembrano non finire mai. All’improvviso mi trovo davanti un tir ed una macchina, e a poche centinaia di metri le strisce longitudinali che indicano il divieto di sorpasso con tanto di segnale “rallentare centro abitato”. La macchina inizia il sorpasso del tir, sulle strisce, ed io la seguo.

L’avessi mai fatto, da dietro un cespuglio mimetizzato sotto l’albero e con tanto di ramo d’ulivo in testa esce il Carabiniere dalla fratta e ci spaletta. Niente panico mi dico, accosto insieme alla macchina, e intanto vedo che il Carabiniere va a dire due cosette all’automobilista. Io in tutta calma mi tolgo i guanti e il casco, lui mi raggiunge e mi fa “come per il signore, la sua patente è ritirata perché ha superato sulle strisce zebrate in prossimità di un attraversamento pedonale”.

Purtroppo non ho nulla da dire, ha perfettamente ragione, e li per li sto zitto, mentre Benny cambia completamente colore e diventa bianca. Mi fa “ ma che davvero???”

Io sono assorto nei miei pensieri, e dentro di me l’unica cosa sicura è che il Carabiniere  non se ne andrà con la mia bella patente rosa, poiché l’unica maniera sarebbe quella di ammanettarmi e portarmi via con lei, eheh.

Dopo 6300km e 15 giorni di moto, non è certo a 100km da casa che mi ritireranno la patente. Ma al di la di quello che molti possano pensare sulle forze dell’ordine, non sono tutti una manica di frustrati o di infami, e la cosa migliore da fare in questi casi, è appecorarsi alla loro clemenza, stendersi a pelle di leone, invocare sottovoce qualche santo protettore e soprattutto sfoggiare la migliore educazione impartitaci da piccoli.

In questi casi bisogna partire da un presupposto molto semplice, ma fondamentale: loro hanno ragione, punto e basta. Inutile inventarsi chissà quali scuse e farli passare da coglioni, siamo noi Italiani che vogliamo fare sempre i furbi. Comunque, in quell’occasione c’era poco da fare, e ancor meno da dire.

Ho aspettato pazientemente che compilassero il foglio dove vengono segnati i nominativi delle persone, senza dire una parola, dopodiché, mi sono avvicinato e con molta tranquillità e onestà ho ammesso le mie colpe e fatto leva sulla sua clemenza, additando una mezza scusa che ero stanco del viaggio della giornata (il che era vero, ma perché a loro dovrebbe importare qualcosa, o come se ciò avesse potuto autorizzarmi a guidare da criminale??).

Morale della favola, grazie alla mia educazione e al non aver provato a prenderlo per il culo, mi ha mandato via, stringendomi anche la mano e complimentandosi per il mio modo di fare, segno evidente che di cafoni in giro ce ne sono parecchi e sono probabilmente gli stessi che poi danno dell’ infame al Poliziotto o Carabiniere di turno; per la cronaca anche l’automobilista, dopo una ramanzina di rito sacro santa, se n’è andato.

Benedetta è rimontata in moto tutta contenta e zitti zitti piano piano siamo arrivati finalmente a Roma, casa!!!!!!!!!! 

Venerdì 15 MaggioEpilogo

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