Ceccio e Benny, il nostro Blog

Venerdì 08 Maggio

 

Locronan, Pointe du Raz

Locronan, Pointe du Raz

  
 
7° Giorno di Viaggio: Venerdì 8 Maggio 2009
 
 
Tappa: Locronan, Pointe du Raz

Km Giornalieri: 266.2

Pieni effettuati: 1

Consumo medio: 18 Km/l

 

 

 

 

 

 

  

"Chocolaterie"

"Chocolaterie"

Primo giorno pieno in Bretagna, decidiamo subito di andare a visitare un “village” che dalle informazioni prese all’ufficio del turismo il giorno prima, ci è sembrato molto carino: LOCRONAN, un paesino di origine Celtica di 2500 anni.

Il risveglio non è dei migliori, piove a dirotto, ma non c’è problema, finora il tempo è stato fin troppo clemente e un bel po’ di pioggia era stata messa in conto.

Anche Locronan, come Laverdin, si definisce “Un des plus beaux villages de France” e stavolta più che mai non possiamo che concordare. Il villaggio è davvero fantastico, in stile gotico, è praticamente rimasto come circa 2500 anni fa. Le case sono in pietra, i tetti spioventi, le finestre hanno dei caratteristici infissi bianchi e celesti. Poi ci sono delle piccole botteghe che vendono il vetro, il cuoio, e ce n’è una davvero deliziosa che vende del cioccolato fatto in casa.

 L’interno in legno lascia senza fiato, e ancor di più il sapore delle sue delizie. Sembra la cioccolateria del film con Johnny Depp “Chocolate” e l’atmosfera che si respira all’interno è quella d’altri tempi. In realtà un po’ tutto sembra d’altri tempi, e non è da meno la creperia dove decidiamo di pranzare.  

          Finalmente, dopo averlo sognato per anni, riesco a bere il famosissimo sidro di mele bretone. Lo prendiamo dolce, perché secco non mi piace, e ce lo servono in due tazze di legno. La musica celtica che ci accompagna è proprio azzeccata. Ordiniamo anche 2 crepe salate (in Francia le chiamano gallette, le crepe per loro sono quelle dolci) che loro fanno con il grano saraceno; infatti sono di color marrone, ma molto molto buone; l’ennesima piacevole sorpresa della giornata, oltre  il conto di appena 20 euro in due ce la fa il meteo. Infatti, usciti dal locale le nubi si sono diradate, lasciando il posto ad un fantastico cielo azzurro.

E allora come non ricominciare a fare daccapo le foto??? J

Il faro di Pointe du Raz
Il faro di Pointe du Raz

  La cattedrale infine è un’altra  costruzione davvero ad hoc. I muri in pietra, anche all’interno, sono grezzi, non rifiniti, ne intonacati, non c’è marmo, non c’è nulla, nuda e cruda pietra. L’umidità la fa da padrona e il muschio verde sulle pareti da un senso di magia a questo posto spettacolare. Dietro alla chiesa c’è un piccolo cimitero, anch’esso davvero caratteristico. Devo dire che probabilmente Locronan è stato il paesino più bello che abbiamo potuto ammirare in Francia.

  

Benny
Benny

Il tempo ancora di fare qualche foto e trascinare lontana Benny, che nel frattempo cercava appartamenti in vendita per trasferircisi, e anche questo splendido ricordo finisce nel calderone dei nostri splendidi momenti J

 Altro giro in moto, altra destinazione, la scogliera di Pointe du Raz. Nel frattempo il cielo è diventato limpidissimo, ed il sole scalda le nostre giacche da moto, è arrivato il momento di togliere i pantaloni antipioggia.

A Pointe du Raz la Bretagna mostra ancora il meglio di se, ed è esattamente come uno se la immagina: ancora imponenti scogliere circondate dall’atlantico, e fari che solitari scrutano da centinaia di anni il mare burrascoso, fedeli compagni di viaggio di pirati e capitani coraggiosi per secoli e secoli. Ormai i moderni sistemi gps hanno reso quasi obsoleto l’uso di questi titani del mare, eppure loro sono li, a dimostrare che le vere “sentinelle del mare” sono sempre loro.

         Arriviamo a Pointe du Raz dopo pranzo, ma già la voglia di un bel dolcetto è tanta; per ora sorvoliamo. Giunti al parcheggio a pagamento (se non erro 2 o 3 euro per le moto) ci rechiamo al piccolo ufficio informazioni del sito, e da li possiamo sceglier se raggiungere direttamente la vista del faro a piedi, o con una più comoda passeggiata in pulmino (50 centesimi).  Ne abbiamo abbastanza di stare seduti, optiamo per una bella passeggiata, fra le altre cose il sole caldo del primo pomeriggio è molto piacevole, un po’ meno le giacche che ci pesano addosso e ci fanno sudare non poco.

Gli effetti del Sidro
Gli effetti del Sidro

 

Il sentiero è un susseguirsi di fantastici scorci sul mare e sul vicino faro, ed ogni tanto sdirazzo un po’ dal percorso prestabilito, alla ricerca di qualche foto un po’ scenica, o di qualche particolare meno visibile dal percorso convenzionale. Mi arrampico un po’ ovunque per fotografare il faro da tutte le posizioni, mentre Benny preoccupata mi guarda dall’alto della sua sicura posizione.  Poverina, ha scoperto di soffrire di vertigini, e appena mi sporgo un po’ più del dovuto mi tira per le briglie, e tenta di riportarmi sulla retta via….. e magari a dargli retta, perché è proprio la mia mania di fare le cose difficili che per poco mi rovino la vacanza……

 Giunti vicini al faro, la strada convenzionale e sicura finisce, c’è un cartello dove c’è scritto chiaramente che da quel punto in poi, il passaggio diventa difficile, e ne viene caldamente sconsigliato la prosecuzione. Faccio lo spaccone, addirittura foto con quel cartello e via, parto verso l’arrampicata, ignorando le flebili proteste di Benny, che si ancora al masso più sicuro e rimane li. Per raggiungere la punta più estrema del piccolo promontorio bisogna inerpicarsi su per delle ripide scogliere, usando le mani, i piedi e delle logore corde da scalata che chissà da quanti anni sono li. Dopo una faticosa scarpinata raggiungo l’apice, da qui la vista sul faro è si più vicina e più bella, ma niente di che. Trovo un altro signore che è arrivato li poco prima di me,  e gli chiedo di scattarmi una foto con la mia Nikon D200; è purtroppo l’ultimo scenario che vedrà la mia fida reflex. 

Sconsigliato andare oltre...

Sconsigliato andare oltre...

Comincio il rientro, dall’alto di un enorme roccia saluto Benny, che per tutti i 20 minuti dell’arrampicata non ha fatto altro che scrutare come un radar la mia figura che ogni tanto spariva, per riapparire poco oltre. Mi guardo intorno, come diamine scendo da qui? Forse ho sbagliato la via  del rientro, ma non mi va di rifarmela al contrario. Pazienza, devo semplicemente saltare giù, un paio di metri di salto, su uno scoglio in pendenza, ma non più di tanto. Ho fiducia nelle mie, seppur limitate, capacità ginniche…..Ma non sono loro a tradirmi, bensì i Magnum, gli anfibi che per anni mi hanno protetto i piedi in ogni situazione e che da quando ho nuovamente la moto sono diventati gli “stivali” più gettonati.

 Appena il piede d’appoggio tocca terra il carro armato rovinosamente scivola, e volo a piedi pari in aria. L’impatto con il granito della scogliera è davvero terrificante, ma la cosa che sento subito è il sordo scrocchio del corpo reflex sul terreno. Impreco dentro di me, troppo stordito per proferire parola. Cerco di rialzarmi subito per salutare Benny e scongiurare il rischio che mi abbia visto fare un volo del genere, ma la mano sinistra mi fa male; impiego cinque minuti buoni per rialzarmi. Poco alla volta mi rimetto in piedi la reflex non mette più a fuoco, per lei fine della vacanza, rientrati a Roma s’è guadagnata un giro all’assistenza tecnica.

 Moggio moggio mi riavvicino a Benny faticando non poco con la mano dolorante e giunto da lei mi siedo  mortificato e amareggiato per la mia stupidità. Non mi dice nulla, nemmeno il classico “te l’avevo detto!!!” con il sibillo della serpe finale J

La mano mi fa un male cane, e il pensiero di essermela rotta mi tormenta. Prendiamo il pulmino per tornare al parcheggio, rinfiliamo guanti e caschi, e ripartiamo. Stringo i denti, ad ogni tiro di frizione il dolore mi fa sussultare, ma alla fine guadagniamo l’albergo e con esso la fine della giornata.

 

Giovedì 07 MaggioSabato 09 Maggio

 

 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

3 commenti »

  1. i cartelli servono anche a qualcosa, no ? eppure anche io avrei fatto come te, se fosi stato al tuo posto. Peccato per la reflex, meno male che avevate le macchinette di riserva. Una giornata iniziata bene e finita male…. peccato. A proposito…. sbaglio o stiamo parlando di quel faro che nelle foto che mi hai dato lo vedo immortalato circa 59 volte ????

    Commento di Tatino the original — 18 luglio 2009 @ 15:22 | Rispondi

    • Eheh, si, è lui

      Commento di twinspak — 20 luglio 2009 @ 09:31 | Rispondi

  2. Zio, lascia stare le imprese ginniche!!!!!!!! falle fare a chi è preparato (non io)…. e poi cosa pretendevi dai magnum, hanno fatto quello che potevano visto i 100Kg che dovevano mantenere…. ringrazia anzi che non hai spaccato lo scoglio di granito se no te lo facevano pure ripagare! HIHIHIHIHI
    PS Ti sto invidiando come una serpe, bellissimo viaggio vorrei essere stato li con voi, ma lo sai la mia Stupenda moto non è nata per quello…. in futuro si vedrà.

    Commento di Vittorio — 28 luglio 2009 @ 14:18 | Rispondi


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